Via internet si fanno gli incontri più strani, ma – spesso, molto spesso – trovi delle persone straordinarie e, perfino, nascono delle belle amicizie.
A me è capitato un po’ di tutto: sono stato bersagliato su Skype, ad esempio, da una incredibile quantità di ragazze slave in cerca di …amicizia.
La prima volta che è successo, sono già passati almeno tre anni, ci pensò mia moglie a schiarirmi le idee in proposito, dopo che la fanciulla – chattando in mia assenza, era passata in poche battute dal “lei ad “amore mio”. Al computer era la mia dolce metà e dubito abbia usato un linguaggio edificante, per quanto non mi ricordi mai d’averle sentito una parola fuori posto… .
Ma, in fondo, la colpa non era neppure delle belle signore in cerca di fortuna; le probabilità che potessi essere un pollo da spennare, infatti, erano obiettivamente notevoli data la foto ammiccante del grigio signore che confessava, con Plutarco: “…è dolce invecchiare con l’animo onesto, come in compagnia d’un amico dabbene”. E’ possibile che nei Balcani e nelle sconfinate steppe russe nessuno mai abbia sentito nominare il signor Plutarco.
Su facebook sono stato ancora più… sfortunato: fra i tanti onesti e le numerose signore che mi hanno onorato della loro virtuale amicizia, ho avuto anche il mio bel momento di richieste da parte di esuberanti giovanotti che offrono i loro servigi a vecchi bavosi in cerca di… emozioni. Tale assalto, che peraltro adesso sembra essersi sedato, m’aveva sorpreso poiché – a parte l’età - niente nel mio profilo denunciava tendenze… devianti.
L’attuale mia posizione mi ha portato a non adottare un preventivo filtro sulle richieste di amicizia che mi pervengono; la più parte di queste, infatti, giungono da Cavalieri o simpatizzanti dell’Istituzione che presiedo. Ciò mi induce a pensare che, nel particolare periodo di cui ho fatto cenno, possa aver dato l’ok a qualche personaggio sbagliato, dando così la stura alle offerte di sconce frequentazioni.
Niente di male: il bello di facebook è che gli amici si possono, oltre che rifiutare, perfino, cancellare. Potenza dei tempi moderni.
E’ nel giusto, pertanto, chi seleziona ed è nel giustissimo chi – potendo – applichi severe regole di prevenzione. Eppure ammetto che un po’ male ci rimani quando vieni rifiutato: tu sai chi sei, sai cosa vali, quanto hai da dare e quanto sei disposto a ricevere, per cui il tuo io – volenti o nolenti – ne rimane un po’ mortificato. Un po’ come quando coopti qualcuno in un Blog e questi ti fa “cadere dall’alto” la sua viva contrarietà.
Nel novero dei miei “amici” virtuali, però, c’è lo zoccolo duro di coloro che frequento con più assiduità e che ho imparato a stimare: ci sono gli amici amici; quelli conosciuti su AlBlog e quelli del Blog di Laura; qualcuno mi cerca perché amo la musica classica, altri si intrattengono con me perché condividono il mio modo di pensare o hanno motivo di ritenere che io sia una persona che valga la pena di frequentare, sia pure solo virtualmente.
Con Stefano siamo passati dalla tastiera all’amicizia vera ed alla frequentazione personale, così come spero un giorno possa accadere con Aldo, Luciana, Kathy, Marialuisa… e tanti altri ed altre ancora che mi gratificano della loro affettuosa stima.
Facebook, così come Skype e gli altri mezzi similari, o come tutte le cose in fondo, di per sé non sono né buoni né cattivi: è l’uso che ne fai che li fanno qualificare in modo o nell’altro.
C’è poi la tua educazione ed il tuo modo di relazionarti con il prossimo che è determinante, tanto nella rete che nella vita. Ricordo ancora con vivo disappunto una mia piccola disavventura: all’indomani del mio pensionamento sono al supermercato per un panetto di burro. Mi perdo tra mozzarelle, formaggi ed affini dei quali faccio la conoscenza per la prima volta ed il malandrino s’è defilato così bene che non riesco a scovarlo. Una giovane signora, districandosi con disinvoltura nel labirinto dei chilometrici scaffali, mi passa accanto: “signora, può indicarmi dove trovo il burro?” Questa, nonostante il mio aspetto di persona dabbene, mi posa addosso uno sguardo schifato e si allontana in fretta, neppure l’avessi insultata.
La rete, pertanto, potrà celare il tuo aspetto, la tua età, la tua condizione sociale perfino, ma non nasconderà mai ciò che veramente coltivi nel tuo cuore… .
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