sabato 7 gennaio 2012

Il giorno dopo l'Epifania

Stamane mi sono alzato con un pensiero ingombrante e sgradito, quasi avessi dovuto affrontare un problema impellente, irrimandabile: smantellare l’albero, gli addobbi natalizi della casa, del giardino, il presepe... .
E’ un lavoro penoso che non amo fare. Mi sembra di cancellare una favola, quella stessa che faceva impazzire di gioia i miei figli e che cominciava il giorno dell’Immacolata quando salivo in soffitta per recuperare le scatole con sopra scritto “natale”.

Preparare il Natale in casa è un gioioso rito di amore e di speranza, sostenuto dalla visione positiva della vita. E mentre t’arrabatti tra fili dorati e lucette intermittenti, quando t’ingegni con capanne e statuine ad apprestare il nuovo presepe, avverti come un senso di pace e di gioia invaderti dentro.
Lo sguardo felice d’un bambino che gioisce ai tuoi preparativi è la più immediata ricompensa alla tua fatica.

Adesso m’appresto - con rimorso - al giro inverso: raccoglierò i pastori ed il Bambino per riporli nella paglia buona un altr’anno per la mangiatoia. Aprirò la cassetta di legno, nata per contenere un vino confezione regalo, per riporvi le palline dell’abete, una alla volta, quasi con ritrosia, facendo bene attenzione che non si rompano, lontana cautela retaggio di quando erano ancora di vetro. Verificherò i fili delle luci, uno per uno, per accertarmi di non tenere la serie bruciata, mentre con la mente tornerò ai tempi di quando, sostituito un pisellino, tutto tornava a sfavillare... .

Allorché, infine, tutto sarà ordinatamente tornato in soffitta, la casa m’apparirà spoglia e so già che, per un attimo, risentirò il peso della disapprovazione del bimbo che è me, per il quale la vita dovrebbe essere un continuo ed interminabile Natale.

4 commenti:

  1. Mariaconcetta dice:
    "Mio caro Generale il tuo magone è il mio. Anzi per essere sincera io l’ho già elaborato. Come ho fatto?
    Ti spiego subito. Io qui sono avvantaggiata, l’Avvento inizia con il calendario Ambrosiano, rispetto al vostro Romano, due settimane prima. Io non addobbo la casa in occasione dell’Immacolata, ma prima, così il giorno dopo il capodanno io smantello tutto o quasi. In questo modo vivo ancora immersa nel magico mondo incantato, ma fuori casa. Mi abituo pian pianino.
    E poi… Una che di mestiere fa la maestra,, che non ha mai superato la sindrome dell’alunna mal mostosa, come fa a farsi guardare da un albero decorato a festa che solo con la presenza ti dice: “ Io sono ancora in vacanza…. Ma tu VAI A LAVORARE”! E’ un po’ come la faccia del MASTRO LINDO ( detersivo che non ho mai comprato), pensi che io mi possa far guardare da un bifolco a braccia conserte che tenta d’impormi le fatiche manuali??? GIAMMAI.

    Scherzi a parte, la poesia e i tuoi riti sono i miei… Quasi quasi una lacrimuccia scende e non la raccolgo.
    Una carezza a te mio dolcissimo Generale"

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  2. Bruna dice:
    "Caro Dario è sempre triste riporre la SPERANZA, ma sarà ben custodita in quelle scatole, pronta per sfavillare di nuovo e illuminare i cuori..."

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  3. sono molto belle le immagini che proietti di te e del tuo dopo Natale. Un pochino malinconiche, ma belle. Io invece dallo scorso anno, ho deciso di non addobbare più la casa proprio per non dovere ritirare tutto dopo e poi perché mi va di andare contro corrente. Devo dire che non sono credente però ho sempre considerato la festa del Natale come una rinascita al di là della fede. Ma non mi va di fare ciò che tutti fanno a comando del calendario tutto qua. uando ancora i ragazzi erano a casa lo facevo per loro, ora non ne ho più voglia.

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    1. Rosetta, sono passati quattro anni, sei ancora di quell'idea?

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