giovedì 29 dicembre 2011

Regali di Natale


Una volta avevo un amico. Un amico con il quale stavo bene e con il quale passavo le mie ore più serene... .  Ci univa, fra l’altro, la comune passione per i libri. Lui ben più agiato di me, aveva una biblioteca straordinaria, con libri anche antichi che amavo accarezzare, sfogliare, scartabellare, leggere.
Passavamo delle ore insieme, talvolta senza scambiarci una parola, immersi in un libro, per lo più classici. A volte - invece - uno leggeva all’altro un passo che aveva trovato particolarmente interessante e ne nasceva un commento, uno scambio d’opinioni... .

Per venticinque anni ci siamo regalati un libro; anche quello era un rito: s’andava insieme in un famosa libreria di Biella dove il titolare era avvezzo vederci arrivare e ci lasciava in pace a scorrere i volumi esposti. Ognuno per suo conto cercava, leggiucchiava, spulciava pensando: questo sicuramente gli piacerà... .
All’antivigilia di Natale, poi, sul tardo pomeriggio, mi recavo a casa sua con mia moglie, e nel salotto tinello - dove da sempre c’era l’albero tradizionale apprestato a festa - tra un bicchiere beneaugurante ed un’allegra facezia, ognuno scartava il suo regalo, il libro, lo accarezzava con gli occhi, lo sfogliava, ne leggeva istintivamente qualche riga qua e là... . Ci si spiegava a vicenda il perché di quella scelta... .

L’anno scorso una telefonata: Dario? Si? Ciao, scusami, il 23 siamo fuori..., impegni..., ti dispiace se in mattinata passo date? Sai, il libro... . Va bene, ti aspetto... .
Per la verità mi dispiaceva, ma non lo dissi... . E la mattina arrivò puntuale...: scusami sai, c’è Paola in macchina...., dobbiamo fare un sacco di giri... .
Il libro fu scambiato, con un certo imbarazzo, sulla soglia di casa... .

Quest’anno, alla serata di gala che il Club organizza per lo scambio degli auguri: Dario, domattina verso le 10 passo da te... .
Questa volta sua moglie non aspettò in macchina: scusa, siamo sulle curve ed ancora tanti giri da fare... . Quest’anno abbiamo deciso che i regali li apriremo a Natale.... .Smack, smack... auguri, auguri... .
Tristemente li vidi andar via a tutta birra verso chissà chi... c’erano altri regali da consegnare... .

A me quel libro non interessa più... ed infatti è ancora lì. Non saprò mai di cosa tratta... .

domenica 11 dicembre 2011

Questo Parlamento è un pericolo per la democrazia italiana


La pazienza degli Italiani è messa a dura prova ed anche i loro nervi.

La goccia che fa traboccare il vaso è la notizia della difesa ad oltranza dei propri privilegi operata dai parlamentari anche di fronte a quella che il Governo ha definito come una catastrofe nazionale. Da una parte, infatti, assistiamo alla finta rassegnazione ad approvare una manovra lacrime e sangue tutta a carico dei ceti più deboli della Nazione, e dall’altra prendiamo nota  del ricompattarsi del fronte del no contro lo stesso decreto che vorrebbe equiparare quei lauti stipendi alla media europea.

Nessuna vergogna, nessun pudore. Parlamentari come Fini, Mussolini e, perfino Dini - uno degli uomini più ricchi d’Italia - s’ergono a difensori dell’autonomia e della separazione dei poteri tra Governo e Parlamento, imputando al primo la colpa di voler prevaricare le competenze dell’altro per il solo fatto d'aver previsto una riduzione dei loro stipendi a favore della manovra "Salva Italia".

Il Parlamento è sovrano, aveva scritto un indignato Bertinotti a Prodi, quando quest’ultimo aveva tentato di mettere un freno alle spese delle Camere. Oggi questa stessa tesi è difesa dagli odierni indegni rappresentati del popolo allorché si profila la richiesta di contribuire ai sacrifici. Uno spettacolo indecente e spregevole che allontana viepiù la gente dalle nostre istituzioni democratiche.

I discorsi, infatti, che si sentono al bar, nelle piazze, davanti alle chiese, ovunque due o più italiani si ritrovino, sono tutti contro questa inetta ed ingorda classe politica non paga d’aver portato il Paese sull’orlo del precipizio.  
Discorsi d’un livore senza precedenti che, se pur comprensibili, devono preoccupare.

Gli Italiani sembrano, infatti, aver ritrovato l’unità di fronte all’odio per la classe politica.

Lo stesso Governo tecnico, chiamato a fare il lavoro sporco del quale i politici vogliono presentarsi mondi alle prossime scadenze elettorali, viene visto come la riprova dell’inutilità di questo Parlamento incapace di gestire le emergenze. Ed allora che se ne vada.

Il nostro è un Paese nel quale la democrazia non ha mai affondato solide radici e nel quale spesso sono invocati gli “uomini della provvidenza”: oggi, quello voluto dal Presidente ed appoggiato dalla più parte dei partiti si chiama “Cincinnato” Monti.
E domani?

lunedì 5 dicembre 2011

Io taglio le cipolle ed a lui bruciano gli occhi

Domani, in televisione a “Porta a porta”, per bocca dello stesso Monti, sapremo qualcosa di più della manovra “Salva Italia” approvata dal governo. Ci aveva promesso Equità, rigore e trasparenza.
A pelle, quella che mi manca è l’Equità”.
L’aumento dell’IVA, tassa che tutti pagheranno, poveri e nababbi, inciderà fortemente sulla qualità della vita di quanti faticano a mettere insieme il pranzo con la cena, nonché sul ceto medio che è poi quello che da sempre paga le tasse in questo nostro Paese. Stride, inoltre e fortemente, sulla mancata tassazione dei grandi patrimoni e dei guadagni sopra la media nazionale.
Non che con le misure odierne il governo consideri concluso il suo compito, che anzi temo ne vedremo delle belle, ma se il buongiorno si vede dal mattino... .
Sicché la musica non cambierà: i privilegiati rimarranno tali, gli evasori continueranno a fare la bella vita ed i disgraziati pagheranno il conto di tutti, non solo degli Italiani, ma stavolta anche quello degli Europei.
Siamo passati, quindi e con disinvoltura, dal “cuore che grondava sangue” del precedente governo, alle “lacrime in diretta” di quello attuale... .
I Siciliani hanno un proverbio: “Io taglio le cipolle ed a lui lacrimano gli occhi”.