martedì 10 luglio 2012

Monti ed i sacrifici degli Italiani - Parte terza



Si accusa Monti d’essere succube della Germania e ci si dimentica che ogni potere contrattuale si fonda sulla forza di chi più paga... .

I Tedeschi non sono disposti a pagare il bengodi di Grecia, Portogallo, Spagna, Irlanda ed Italia..., così come non lo sono Olanda, Belgio, Austria e Finlandia, ma questi ultimi contano meno perché poco pagano (in percentuale) alle casse comunitarie.

Infatti, mentre la Germania onorava gli immensi debiti della guerra perduta e gli altri altrettanto onerosi della riunificazione, i Governi di Grecia, Irlanda, Spagna e Portogallo, un po’ per ideologia e tanto per ottenere consensi, aumentavano stipendi e servizi senza disporre delle necessarie risorse.
La Spagna socialista, più volte invocata quale modello in Italia dallo schieramento politico a lei allora vicino, si avventurava in riforme populiste ed ometteva di esercitare il controllo sull’economia che, sull'esempio statunitense, speculava su mutui ed immobili.
La Grecia, il cui bilancio è assimilabile a quello della nostra piccola Umbria, incurante del proprio crescente debito, organizzava perfino faraoniche olimpiadi... .
In Italia, invece e solo per ricordarne qualcuna, si mandava la gente in pensione dopo 19 anni di lavoro e la gente poteva recarsi dal farmacista con la borsa della spesa, tanto tutto era gratis... . E ciò mentre la corruzione dilagava a qualsiasi livello e lo sperpero politico divorava l’economia di una nazione considerata la sesta o la settima potenza economica nel mondo.

La Germania è uscita dai suoi debiti con rigore ed enormi sacrifici: ha organizzato con efficienza la macchina dello stato; ha adottato una severa, ma equa, politica fiscale dove tutti pagano le tasse; ha incentivato l’economia in modo che la disoccupazione scendesse a livelli irrisori pur accogliendo milioni di immigrati ed un suo operaio oggi guadagna oltre il 50 per cento in più di un collega italiano.
E noi chiediamo a lei, e agli altri paesi europei virtuosi, di condividere i nostri debiti accumulati per corruzione ed insipienza in nome di un’Europa nella quale vogliamo stare senza, tuttavia, imitarne il modello e pretendendo che lo facciano senza garanzie di sorta in nome della sovranità nazionale.

Monti, unico soggetto presentabile che abbiamo espresso negli ultimi cinquant’anni, sta facendo miracoli più in Europa che non in Patria, ma noi - che furbi siamo -  lo accusiamo di farsi schiavo della Germania perché, prendendola a modello, affannosamente tenta di rimettere ordine nel Bel Paese e si unisce a lei nel chiedere onestà e rigore anche da noi.
Monti, che fino ad oggi non ha chiesto soldi né alla Germania, né al resto d'Europa, essendogli - fin’ora - bastato di spremere gli Italiani, s’è impegnato con successo e competenza in una battaglia continentale, che nessun altro nostro politico avrebbe potuto sostenere, onde riequilibrare quei fattori che pesano artificialmente sul debito italiano. Forte di quel poco che ha ottenuto all’interno - a dispetto delle resistenze d’ogni tipo e del linciaggio mediatico cui viene sottoposto, in particolare sul web - si siede al tavolo delle trattative europee con una credibilità ben diversa che non quella del precedente Presidente del Consiglio, già oggetto di pubbliche occhiate di commiserazione tra Merkel e Sarkosy.

Faccio credito a Monti ed alla Merkel di lungimiranza non comune, laddove il difficile lavoro intrapreso al tavolo dei negoziati deve condurre a trasformare una crisi senza precedenti in un’opportunità per accelerare la creazione degli Stati Uniti d’Europa.

Abbiamo però un ulteriore handicap rispetto alla Germania: Monti ad aprile - salvo sorprese dell'ultimo momento - andrà a casa, ed al tavolo con la Merkel ritroveremo i nostri ominicchi, gli stessi che sono i principali responsabili dei sacrifici che oggi siamo chiamati a sostenere e che, in mano loro, saranno nuovamente vanificati.

lunedì 9 luglio 2012

Monti ed i sacrifici degli Italiani - Parte seconda




Possiamo dire, allora, che Monti abbia fatto tutto bene? No di certo.

Il più grande peccato di Monti è quello che i suoi provvedimenti peccano di equità ed i sacrifici - come sempre - sono stati richiesti ai pochi che pagano le tasse.

Ma non è vero, però, che sia lui a mancare di coraggio: i partiti che l’appoggiano in Parlamento non gli hanno consentito le liberalizzazioni vere, né una più incisiva riforma pensionistica, men che mai una vera riforma del lavoro. Se avesse chiesto di più nessuna delle sue iniziative sarebbe passata, perché il vero cancro s’annida in questo Parlamento bugiardo e corrotto, tutto teso a difendere il potere di chi vi siede ed all’arricchimento personale di chi comanda.
A dimostrazione c’è che nessuna delle iniziative pensate per ridare credibilità nel Paese al Parlamento è passata. Anzi Monti è stato diffidato a prendere altre iniziative in proposito... poiché - a detta unanime dei partiti - non rientrerebbe nei compiti di questo Governo attuare le riforme costituzionali. Così non c’è stato il dimezzamento degli eletti; non la riduzione dei benefici dei parlamentari; non la soppressione delle Province e neppure una nuova legge elettorale, anche questa da tutti a parole invocata.

L’Imu l’ha pagata solo la gente comune, non le banche, non la Chiesa.

Una vera patrimoniale, quella cioè che colpisca i più ricchi e non le prime case, non è neanche stata presa in considerazione, e già anche gli industriali  di Squinzi mettono le mani avanti in proposito. Anzi, il suo rinvio sine die sta dando agio ai ricchi di studiare le necessarie contromisure, nonché di riportare i soldi all’estero.

L’aver compresso i consumi con gli aumenti indiscriminati di Iva e carburanti ha viepiù depresso un’economia stagnante ed affossato i ceti più deboli, né le banche che hanno beneficiato dei prestiti dalla Bce all’uno per cento di interesse, hanno immesso denaro fresco sul mercato produttivo. Anzi l’hanno utilizzato per comprare debito pubblico e guadagnare così sullo spread che continua a salire, come è nel loro stesso interesse.

Adesso si è posto mano, finalmente, ai tagli della spesa pubblica, impresa definita con pessima espressione spending review. Ospedali, tribunali e pubblica amministrazione sono in testa ai sacrifici spalmati su tre anni: Banca d’Italia, Corte dei Conti ed Europa plaudono; i sindacati hanno già proclamato lo sciopero generale.
Ed i partiti? Questi che sono già in campagna elettorale  e - ad eccezione di Casini, che ha scelto Monti qualunque cosa faccia - sono tornati a minacciare: il PD... tuona contro i tagli allo stato sociale ed il PDL chiede la contropartita degli sgravi fiscali... . Tutto giusto e sacrosanto, ma in questo momento incompatibili per cui, dopo i pronunciamenti ufficiali a beneficio dei propri elettori, voteranno compatti anche questa volta.

Monti, quindi, ha fatto tutto male?
Credo che con questo Parlamento, con questi partiti e questi politici Monti non potesse fare di più..., poiché l’asse PD e PDL, Casini e Fini contano poco, l’ha condizionato al punto che neppure una virgola in più potesse essere spostata.

Monti ed i sacrifici degli Italiani - Parte prima



Ormai sul web impazza il linciaggio di Monti e della sua squadra di governo, eppure ricordo che all’indomani della sua nomina sembrava che la maggior parte degli Italiani fossero contenti e c’era addirittura un plebiscito di consensi attorno alla sua dichiarata intenzione di reintrodurre la tassa sulla casa.
Difficile ai facili entusiasmi, né uso ad unirmi al coro dei detrattori in corso d'opera, vorrei riflettere sul bilancio di questi primi mesi di governo.

Monti viene incaricato quando ormai le casse del Paese sono al limite del collasso: stipendi e pensioni potevano essere pagati ancora per due mesi, mentre era in forse la stessa restituzione dei prestiti contratti dallo Stato a fronte delle emissioni in scadenza... .
Urgente quindi fare cassa, e subito... . E l’obiettivo è stato centrato imponendo dolorosi sacrifici a al piccolo e ceto medio, con misure altamente impopolari.

Le tasse dirette. E’ inutile fare gli ipocriti: in questo Paese le tasse le paga solo chi non può scappare e cioè neppure il 40 per cento dell’intera popolazione attiva. I più accaniti fra i detrattori di Monti oggi sono proprio quei pochi ai quali le restrizioni dei pagamenti in contanti hanno sottratto una bella fetta di nero.
Monti non ha risolto il problema dell’evasione fiscale, poiché finché non si verrà a creare un conflitto di interesse tra i prestatori d’opera e chi ne usufruisce, l’evasione in questo paese continuerà a prosperare. Spot televisivi, incursioni ad esercizi pubblici, revisioni delle dichiarazioni sono tutti palliativi sperimentati e che tutti sappiamo non funzionare... , poiché chi si fa costruire casa, chi chiama l’idraulico o l’elettricista, chi va dall’avvocato o dal dottore, per risparmiare quel 21 per cento, continuerà a non chiedere la fattura.

La pensione. Siamo passati dal regime dei baby pensionati ad un’età di quiescenza che ci allinea (ancora in difetto) ai paesi industrializzati dell’occidente, ma apriti cielo: chi aveva aspettative diverse s’è sentito defraudato e giù ad imprecare contro il governo illegittimo del presidente... .
Eppure tutti sappiamo che non c’era alternativa... .
Una vasta parte della popolazione dei pensionati non arriva ai 500 euro al mese...: verissimo, sono le cosiddette pensioni sociali, quelle cioè corrisposte a chi non ha mai pagato i contributi... . Ma non l’ha volute Monti, né il suo governo..., né in una situazione come questa, e con un’evasione fiscale al 60 per cento dei potenziali contribuenti, si può pensare a provvedervi.

Gli esodati. I numeri non se li è inventati la Fornero, poiché sappiamo perfettamente che  sono usciti dall’INPS, quel baraccone centralizzato che non ha la più pallida idea di quanti siano i pensionati cui corrisponde un mensile, magari non sempre per colpa sua, ed al quale saranno riuniti presto, con dolorose resistenze, tutti gli altri enti pensionistici.

Le liberalizzazioni. Guai a toccare monopoli e privilegi:...: avvocati, notai, farmacisti... per arrivare ai tassisti, senza dimenticare gli autotrasportatori... . Tutte caste consolidate ed inattaccabili.

Riforma del lavoro. Tutti sappiamo che un datore di lavoro non ha alcuna possibilità di spuntarla in tribunale neppure contro il più infingardo dei lavoratori e questo grazie a quell’art. 18 che terrorizza imprenditori italiani e stranieri.
Scioperi generali e settoriali, nonché contenziosi d’ogni tipo, ne hanno accompagnato l’iter stravolgendone l’iniziale disegno, e ciò mentre la magistratura ordina alla Fiat di assumere un centinaio di iscritti alla Fiom... . Risultato? Il suo presidente ha già dichiarato che due stabilimenti in Italia sono troppi, sicché a Pomigliano si comincia a temere nuovamente di perdere il posto di lavoro.
Adesso la CGIL trova la sponda in Confindustria, ed il suo neo presiedente va sottobraccio con la Camusso: un duo inedito che sa tanto di malafede, da parte di Squinzi, però, che si crede tanto furbo da ammansire il diavolo.

E già..., perché il nostro è il Paese dei furbi: tutti sappiamo cosa è meglio che gli altri facciano.

Ecco quindi che i partiti si nascondono dietro Monti, delegandogli il lavoro sporco, quello che a loro farebbe perdere voti, salvo poi pretendere di dirgli cosa deve fare, perché - parole di Bersani - "loro in tanti anni un po’ di esperienza se lo sono fatta e certi errori loro, cioè Bersani e C., non li avrebbero mai fatti". Ed omette di dire che è coni voti del suo partito che quei provvedimenti sono passati in Parlamento.