mercoledì 12 dicembre 2012

Santa Lucia a Palermo


Mi vedo ancora bambino a Mondello, oggi “spiaggia bene”, ma una volta solo un borgo di pescatori alle porte di Palermo, percorrere le strade che portavano dal collegio - dove vivevo - alla scuola elementare che sorgeva poco più in là dell’angolo della piazza principale. Un viaggio breve ed allegro, quotidianamente ripetuto con la gioia propria d’un bambino, quando tutto è una scoperta, una sorpresa.

E la sorpresa quel giorno doveva arrivare dalla maestra, della quale solo pochi giorni prima avevamo festeggiato l’onomastico con i biscotti da lei portati in classe, che - nel bel mezzo della mattinata - ci fa una domanda: “bambini, sapete che oggi tornando a casa non troverete a casa né pasta, né pane?”
Pendevamo dalle sue labbra con lo sguardo incredulo..., ma perché - ci domandavamo - eravamo stati così cattivi da dover rimanere in castigo senza mangiare?

La maestra, invece, sorrideva...: Tranquilli, bambini, ora vi racconto... .
Tanto, tantissimo tempo fa, quando ancora non erano neppure nati i nonni dei vostri nonni, in Sicilia era scoppiata una terribile carestia, si... proprio quella che succede quando non cresce il grano... .
I palermitani avevano fame, perché non c’era niente da mangiare, e le mamme non avevano niente da cucinare per i loro bambini... .
Allora il Re, impietosito da tanta disgrazia, benché s’andasse incontro alla brutta stagione, fece partire tutte le sue navi che, uscite dal porto, si diressero nelle quattro direzioni del mondo in cerca di grano per i poveri sudditi affamati.
Passa un mese, ...passano tre mesi e le navi non tornavano: la gente era sempre più affamata ed il Re più preoccupato poiché l’inverno era molto avanzato e la gente aveva perso le forze dalla fame... .

Quando ormai s’era perduta ogni speranza - era il 13 di dicembre - dalla torre del porto si levò un grido: una vela all’orizzonteeeeeeeee..., due..., anzi tre..., ci sono cinque navi che si avvicinanooooo..., sono le nostre e quasi affondano cariche come sono... .
La notizia si sparse in un battibaleno... e tutti corsero al porto..., non già per lo spettacolo - come succedeva ogni qualvolta che approdava una flotta - bensì per la speranza che fosse finalmente arrivato qualcosa da mangiare.
La gente impaziente vociava e spintonava, e qualcuno più temerario s’era perfino buttato in acqua per andare incontro ai velieri... .
Il Re in persona, scorato dalla sua guardia personale salì sulla prima nave, l’ammiraglia, e la trovò ingombra fin sui ponti di preziosi sacchi di grano e, poiché da terra il popolo aveva cominciato a vociare ed a reclamarne la distribuzione, ordinò che fosse subito distribuito alla gente.
Così i marinai cominciarono a gettare giù dalle murate i pesanti sacchi e la gente li raccoglieva e correva verso le proprie case. Ma siccome la fame era tanta, nessuno si diede pensiero di macinare il grano ed aspettare che si cuocesse il pane, sicché lo mangiarono così, appena bollito nell’acqua.

L’indomani, il Re ed il popolo tutto, per ringraziare il cielo che di tanta abbondanza li aveva beneficati, andarono in Cattedrale e fecero voto che “il 13 dicembre, giorno di Santa Lucia, non avrebbero mai più mangiato grano lavorato, né loro, nè i figli dei loro figli...” e così fu.

Ecco perché, oggi tornando a casa, non troverete né pane, né pasta: ...vi dovrete accontentare, si fa per dire, delle panelle, degli arancini di carne  e al burro, tutte cose fatte con farina di ceci o con il riso. Ma ci sarà anche la cuccìa che è fatta col grano bollito, in ricordo di quel grano mangiato per fame così com’era dai nostri antenati, solo che adesso... le mamme lo condiscono con cioccolato, canditi e la ricotta dolce... .

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