Ormai sul web impazza il linciaggio di Monti e della sua squadra di
governo, eppure ricordo che all’indomani della sua nomina sembrava che la maggior
parte degli Italiani fossero contenti e c’era addirittura un plebiscito di
consensi attorno alla sua dichiarata intenzione di reintrodurre la tassa sulla
casa.
Difficile ai facili entusiasmi,
né uso ad unirmi al coro dei detrattori in corso d'opera, vorrei riflettere sul
bilancio di questi primi mesi di governo.
Monti viene incaricato quando ormai le casse del Paese sono al limite
del collasso: stipendi e pensioni potevano essere pagati ancora per due mesi,
mentre era in forse la stessa restituzione dei prestiti contratti dallo Stato a
fronte delle emissioni in scadenza... .
Urgente quindi fare cassa, e subito... . E l’obiettivo è stato
centrato imponendo dolorosi sacrifici a al piccolo e ceto medio, con misure
altamente impopolari.
Le tasse dirette. E’ inutile fare gli ipocriti: in questo Paese le
tasse le paga solo chi non può scappare e cioè neppure il 40 per cento dell’intera
popolazione attiva. I più accaniti fra i detrattori di Monti oggi sono proprio quei pochi
ai quali le restrizioni dei pagamenti in contanti hanno sottratto una bella
fetta di nero.
Monti non ha risolto il problema
dell’evasione fiscale, poiché finché non si verrà a creare un conflitto di
interesse tra i prestatori d’opera e chi ne usufruisce, l’evasione in questo paese continuerà a
prosperare. Spot televisivi, incursioni ad esercizi pubblici, revisioni delle
dichiarazioni sono tutti palliativi sperimentati e che tutti sappiamo non funzionare... , poiché chi
si fa costruire casa, chi chiama l’idraulico o l’elettricista, chi va dall’avvocato
o dal dottore, per risparmiare quel 21 per cento, continuerà a non chiedere la
fattura.
La pensione. Siamo passati dal regime dei baby pensionati ad un’età di
quiescenza che ci allinea (ancora in difetto) ai paesi industrializzati dell’occidente,
ma apriti cielo: chi aveva aspettative diverse s’è sentito defraudato e giù ad
imprecare contro il governo illegittimo del presidente... .
Eppure tutti sappiamo che non c’era alternativa... .
Una vasta parte della popolazione
dei pensionati non arriva ai 500 euro al mese...: verissimo, sono le cosiddette
pensioni sociali, quelle cioè corrisposte a chi non ha mai pagato i
contributi... . Ma non l’ha volute Monti, né il suo governo..., né in una
situazione come questa, e con un’evasione fiscale al 60 per cento dei
potenziali contribuenti, si può pensare a provvedervi.
Gli esodati. I numeri non se li è
inventati la Fornero, poiché sappiamo perfettamente che
sono usciti dall’INPS, quel baraccone centralizzato che non ha la più
pallida idea di quanti siano i pensionati cui corrisponde un mensile, magari non sempre per colpa sua, ed al quale saranno riuniti presto, con dolorose resistenze, tutti gli altri enti pensionistici.
Le liberalizzazioni. Guai a
toccare monopoli e privilegi:...: avvocati, notai, farmacisti... per arrivare
ai tassisti, senza dimenticare gli autotrasportatori... . Tutte caste
consolidate ed inattaccabili.
Riforma del lavoro. Tutti sappiamo che un datore di lavoro non ha
alcuna possibilità di spuntarla in tribunale neppure contro il più infingardo
dei lavoratori e questo grazie a quell’art. 18 che terrorizza imprenditori italiani
e stranieri.
Scioperi generali e settoriali, nonché contenziosi d’ogni tipo, ne hanno accompagnato l’iter
stravolgendone l’iniziale disegno, e ciò mentre la magistratura ordina alla Fiat
di assumere un centinaio di iscritti alla Fiom... . Risultato? Il suo
presidente ha già dichiarato che due stabilimenti in Italia sono troppi, sicché a
Pomigliano si comincia a temere nuovamente di perdere il posto di lavoro.
Adesso la CGIL trova la sponda in
Confindustria, ed il suo neo presiedente va sottobraccio con la Camusso: un duo
inedito che sa tanto di malafede, da parte di Squinzi, però, che si crede tanto
furbo da ammansire il diavolo.
E già..., perché il nostro è il Paese dei furbi: tutti sappiamo cosa è
meglio che gli altri facciano.
Ecco quindi che i partiti si nascondono
dietro Monti, delegandogli il lavoro sporco, quello che a loro farebbe perdere
voti, salvo poi pretendere di dirgli cosa deve fare, perché - parole di Bersani
- "loro in tanti anni un po’ di esperienza se lo sono fatta e certi errori loro,
cioè Bersani e C., non li avrebbero mai fatti". Ed omette di dire che è coni voti del suo
partito che quei provvedimenti sono passati in Parlamento.
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