giovedì 1 settembre 2011

Le monetine

Con il fedele custode arrivo al Tempio per dei lavori di rifinitura. Lui, il custode, rimossi catenacci e chiavistelli, tirata da parte la pesante tenda invernale, comincia a scrutare i due gradini che scendono nella navata. Al mio sguardo interrogativo, risponde: è per le monetine... .
Cosi scopro una singolare storiella.

Tutte le volte che apre il Tempio il custode trova all’interno, sui gradini che portano alla navata, alcune monetine: pochi centesimi, mai più di sette o otto, che qualcuno - ormai da anni - lascia scivolare nella stretta fessura tra il muro ed il battente destro del portoncino.
Il custode pazientemente le cerca tutte le volte e le ripone nell’apposita cassetta delle elemosine, invariabilmente un po’ avara per la verità, ma comunque utile.

Sulla figura dell’ignoto donatore abbiamo fantasticato: Enzo, il custode, pensa possa essere un vecchietto; al Priore arrideva l’idea che potesse trattarsi di un bambino; poi ha prevalso l’ipotesi del pensionato, magari un ex combattente già avanti nell’età che, così, vuol sentirsi vicino ai tanti compagni d’armi che mai son tornati.

Quello del custode e la sua ricerca delle monetine è diventato quasi un rito: ci sono sempre state da due anni a questa parte. Solo una volta è successo che non le abbia trovate e per giorni siamo rimasti in angoscia al pensiero che quel nostro benefattore potesse aver raggiunto i vecchi compagni nel cielo degli eroi. Ma la domenica dopo le monetine sono ricomparse e ci siamo tranquillizzati.

Non abbiamo mai scoperto chi sia l’anonimo elargitore che tutte le settimane compie tale gesto, piccolo, insignificante per valore materiale, ma caro e grande per il sentimento che l’ispira e che sembra voglia dire: io ci sono... .

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