Erano almeno due mesi che aspettava la telefonata che è arrivata oggi, alle 13:00.
- Dottoressa, la disturbo? - ...è sempre dell’idea di collaborare con il nostro studio?
Lei, la dottoressa, a momenti sviene per l’emozione:
- Certo, avvocato, ne sarei felice proprio felice... .
- Bene. Allora per noi è cosa fatta. Avrà un regolare contratto per questi due anni di collaborazione. Ci saranno delle formalità e dei documenti da firmare... . Quando pensa di poter iniziare?
- Quando ritiene lei, avvocato... .
- Le consiglierei di prendersi qualche giorno per sistemare le sue cose, perché... una volta entrata nell’agone avrà più ben poco tempo per sé... . Mi dica lei...
La giovane, che non vuol dare subito una cattiva impressione, guarda spaurita suo padre che, seduto al suo fianco sul lettino della sua cameretta da ragazza, origlia senza tanta discrezione. Lui le sussurra piano: lunedì prossimo...
- Le va bene lunedì, avvocato?
- Perfetto, dottoressa. L’aspettiamo allora lunedì 12, alle 09:00. Le auguro buon appetito.
La comunicazione si chiude. Lei, è rossa in volto come un peperone, non ci crede ancora... .
Sprizza felicità da tutti i pori e vorrebbe farlo sapere al mondo intero; è già lì che spedisce messaggini alle amiche e non sente neppure sua madre che, dal piano di sotto, chiama: ... è pronto... .
Si va a tavola e, benché pochi minuti prima le sembrava d’avere un appetito degno dei suoi vent’anni, adesso ha lo stomaco chiuso.
Parla incessantemente senza neppur prender fiato, tanto è eccitata: l’ha sempre fatto e non per niente ha scelto la carriera forense... . Quando l’ho spedita a Cambridge a rinforzare il suo inglese scolastico, alla madre che dubitava che due mesi fossero sufficienti per scioglierle la lingua, avevo detto: ...conoscendola, piuttosto che star zitta, imparerà l’inglese in una settimana... . Ero stato facile profeta... .
Adesso c’è quella bistecca alla milanese che langue senza speranza sul suo piatto, benché sappia con certezza d’essere sempre stata la sua preferita, come di tutti i bimbi, peraltro. Adesso che lei bimba non è più, continua ad adorarla quella bistecca, ma oggi proprio non riesce neppure a guardarla.
Credo che sia improvvisamente resa conto che la sua vita è cambiata.
Forse per la prima volta è consapevole d’essere veramente entrata a pieno titolo fra gli adulti: finita con il mondo della scuola, finita la spensieratezza della goliardia, il pianoforte, il canto ai matrimoni...
Fra otto giorni comincerà a lavorare sul serio e dovrà confrontarsi con il mondo dei grandi senza neppure il paracadute di mamma e papà.
Certo dovrà ancora contare su di loro: c’è una casa da prendere, ci saranno le bollette da pagare e... lo stipendio da praticante di studio è quasi simbolico: meglio non farci affidamento.
Però sa anche che è il primo vero passo verso quell’ignoto che potrà inghiottirla se non avrà testa per ragionare e gambe per camminare.