giovedì 1 marzo 2012

Riforma fiscale


Vorrei aver capito male, ma se così non fosse?
Ieri il telegiornale delle venti ha comunicato con toni entusiasti che il Governo sta mettendo mano alla riforma del sistema fiscale italiano.
Fin qui, tutto bene. Il fatto è che ha aggiunto, parola più parola meno: il Governo pensa di far diminuire le tasse dirette incrementando quelle indirette.
E qui mi ha colto il panico.

Stamane ho fatto un giro su internet e non ho trovato una sola riga sull’argomento.
Quindi: o ho capito male io; o la gente non ha capito ed aspetta di vedere cosa in realtà significhi; o è talmente rassegnata che non ha più la forza di alzare la voce; o - infine - aspetta l’imbeccata dei soliti opinionisti di parte, il che mi preoccupa molto di più perché starebbe a significare che non è più capace di pensare con la propria testa.

Allora, cerchiamo di capire insieme quale sia la differenza fra un sistema di tassazione diretta ed uno indiretto:
- diretta: è la tassa che si paga in base al proprio reddito ed alla capacità contributiva del soggetto;
- indiretta: è la tassa che grava sui beni di qualsiasi natura ed ai quali ha accesso qualsiasi cittadino, a prescindere dalle sostanze che possiede e delle sue capacità contributive.
Ne consegue che, il sistema di tassazione diretto è socialmente più equo, tant'è che la nostra Costituzione impone che ciascuno paghi secondo la propria capacità contributiva.
Il pensare di "potenziare" il sistema della tassazione indiretta, che già coesiste con quello diretto, oltre ad essere costituzionalmente discutibile, tendendo a mettere sullo stesso piano (contributivo) ricchi e poveri, certamente viola il principio della solidarietà sociale ed esaspera le differenze di classe.

A questo punto voglio proprio sperare d’aver capito male, perché non posso immaginare che il Governo Monti voglia favorire i ricchi a discapito - non solo della classe media sulla quale s’è storicamente s’è accanito qualsiasi governo - ma addirittura dei più diseredati di questo paese. All'aumento della tassazione indiretta, infatti, seguirebbe un ulteriore aumento del costo della vita che, nella presente situazione economico - sociale, è addirittura criminale il solo pensarlo, figurarsi l'averlo scientemente provocato.
Non scordiamoci, poi, che stiamo già aspettando il promesso aumento al 22% dell’Iva per il prossimo mese di settembre e fino al 24% per dicembre.

Vogliamo veramente arrivare alla rivolta dei disperati?

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