Vorrei aver capito
male, ma se così non fosse?
Ieri il telegiornale delle venti ha comunicato
con toni entusiasti che il Governo sta mettendo mano alla riforma del sistema
fiscale italiano.
Fin qui, tutto bene. Il fatto è che ha aggiunto, parola più parola
meno: il Governo pensa di far diminuire le tasse dirette incrementando quelle
indirette.
E qui mi ha colto il
panico.
Stamane ho fatto un giro su internet e non ho trovato una sola riga sull’argomento.
Quindi: o ho capito male io; o la gente non
ha capito ed aspetta di vedere cosa in realtà significhi; o è talmente
rassegnata che non ha più la forza di alzare la voce; o - infine - aspetta l’imbeccata dei soliti opinionisti di parte,
il che mi preoccupa molto di più perché starebbe a significare che non è più capace di
pensare con la propria testa.
Allora, cerchiamo di
capire insieme quale sia la differenza fra un sistema di tassazione diretta ed uno
indiretto:
- diretta: è la tassa che si paga in base al
proprio reddito ed alla capacità contributiva del soggetto;
- indiretta: è la
tassa che grava sui beni di qualsiasi natura ed ai quali ha accesso qualsiasi
cittadino, a prescindere dalle sostanze che possiede e delle sue capacità contributive.
Ne consegue che, il
sistema di tassazione diretto è socialmente più equo, tant'è che la nostra Costituzione impone che ciascuno paghi secondo la propria capacità contributiva.
Il pensare di "potenziare" il sistema della tassazione indiretta, che già coesiste con quello diretto, oltre ad essere costituzionalmente discutibile, tendendo a mettere sullo stesso piano (contributivo) ricchi e poveri, certamente viola il principio della solidarietà sociale ed esaspera le differenze di classe.
A questo punto voglio
proprio sperare d’aver capito male, perché non posso immaginare che il Governo
Monti voglia favorire i ricchi a discapito - non solo della classe media sulla
quale s’è storicamente s’è accanito qualsiasi governo - ma addirittura dei più
diseredati di questo paese. All'aumento della tassazione indiretta, infatti,
seguirebbe un ulteriore aumento del costo della vita che, nella presente situazione economico - sociale, è addirittura
criminale il solo pensarlo, figurarsi l'averlo scientemente provocato.
Non scordiamoci, poi,
che stiamo già aspettando il promesso aumento al 22% dell’Iva per il prossimo mese di settembre
e fino al 24% per dicembre.
Vogliamo veramente arrivare
alla rivolta dei disperati?
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