lunedì 16 gennaio 2012

Andar per mare, il Concordia / Parte prima: la buona stella


Premetto che non sono stato mai in crociera e che tutta la mia esperienza si riduce ai numerosi viaggi tra Genova, Palermo e ritorno, quindi ho la presunzione di affermare che per mare talvolta sono pur andato.

La tragedia del Concordia, al di là della dolorosa cronaca che ha fatto l’immediato giro del mondo con discredito della marineria italiana, credo fornisca il destro per alcuni spunti di riflessione diversi da quelli che i giornalisti s’affannano a commentare, ma che mi sembrano utili non fosse altro che per far tesoro delle lezioni che la vita ci impartisce volta per volta.

La sicurezza: in questi giorni sento dichiarare che i passeggeri vengono sempre e compiutamente informati sul comportamento da adottare, sul come indossare il salvagente, sui punti di riunione per l’imbarco sulle scialuppe, ecc... .  Qualcuno s’è anche affrettato a precisare che tali istruzioni vengono date nelle prime 24 ore e l’incidente al Concordia è accaduto solo due ore dopo la partenza.

Non ho motivo di metterlo in dubbio.

Sulla traversata Genova / Palermo, NON, dico non, mi è mai capitato che fossero state date istruzioni di sorta in caso di naufragio; al massimo, dopo una sorta di affannosa caccia al tesoro, ho trovato in cabina un pieghevole ed i salvagente, ai quali - manco a dirlo - manca sistematicamente il famoso fischietto che dovrebbe servire a richiamare l’attenzione dei soccorritori.

La traversata  Genova / Palermo, in barba alla definizioni di “Navi Veloci” con la quale si effettua, dura ben 19 ore ed una in più per la rotta inversa che, come tutti sanno, è perché ...la nave va in salita.

Solo mi chiedo: come mai a questi passeggeri non vengono impartite istruzioni alcune e men che mai si fanno esercitazioni?

La risposta che ti darebbe colui che ha affermato che ci vuole più tempo da Palermo a Genova perché il viaggio si effettua in salita potrebbe essere: i traghetti di cui trattasi sono più sicuri delle navi da crociera e della sfigata Concordia in particolare; l'indottrinato da ideologie rivoluzionarie affermerebbe, invece: quelli dei traghetti sono trattati come passeggeri di serie B rispetto ai croceristi.

A me viene da pensare, però, che ci sia una grande superficialità in chi detta o applica le disposizioni relative alla sicurezza e, considerato che parliamo di navigazione, sospetto che ci si affidi molto alla buona stella.  La stessa che è mancata al Concordia.

1 commento:

  1. Le immagine e le testimonianze di questa tragedia, dove ancora una volta sono gli uomini ad essere i protagonisti, mi riempie il cuore di una grande tristezza.
    Hai detto bene Dario, la superficialità e la spavalderia di persone a cui noi affidiamo la nostra vita.
    Non si può neppure commentare la condotta del capitano... non ci sono parole per descrivere questo atto di irresponsabilità.
    Io ho il terrore dell'acqua, non so nuotare e dopo un viaggio di andata e ritorno in terra di SARDEGNA un dì di aprile con mare forza sette, ho giurato che non avrei mai più preso una barca. E così è stato. Ho commentato con mio marito...io sarei morta prima d'infarto.
    Personalmente ricorderò le vittime con una prece.

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