Mia figlia aveva compiuto 18 anni e non era ancora mai stata in
Sicilia. Fu così che decisi di portarcela ed anche subito, approfittando di un
periodo di rara calma per me che ero in comando.
Se non che non avevo tenuto conto della gatta Domitilla che, per di
più, era anche incinta per la prima volta! Alla disperata convocai una delle donne che lavorava con la
cooperativa delle pulizie e facendole balenare 100 euro sotto al naso, vinsi la
sua ritrosia a prendersi cura dell’animale durante la mia assenza.
Ogni giorno telefonavo apprensivo ed infine appresi che la micia aveva
partorito ben quattro piccoli che, però, a 24 ore della loro venuta al mondo
erano spariti insieme con la madre.
Dieci giorni dopo feci rientro dalla Sicilia e, tali erano i miei
sensi di colpa per quell’abbandono che, neppure un’ora dopo ero già a casa
della brava donna la quale, imbarazzatissima, non sapeva cosa dirmi della
gatta:
- Vede, arriva un paio di volte al giorno, mangia cosa trova in quella
ciotola e sparisce nuovamente.
Mentre ascoltavo le sue querimonie, ecco un miagolio giungermi dall’alto;
alzo gli occhi e scorgo Domitilla sporgersi dal ciglio del sovrastante
sottotetto. Scende rapida, si struscia alle mie caviglie, adocchia il cestone
che ho appoggiato a terra e rapida risale per due piani. Ricomparire con un
batuffolo peloso in bocca, scende e lo ripone nel cesto, riparte e ridiscende
con una altro cucciolo che sistema accanto al primo e così ancora due volte.
Il figlio della donna esclama:
- Ah, eccoli dov’erano... - e fa per avvicinarsi, ma Domitilla si
smette tra il cesto e lui, pelo irto e la schiena inarcata, soffia
rumorosamente quasi s’apprestasse a saltargli agli occhi.
Nel viaggio verso casa, dallo specchietto lancio occhiate d’ammirazione
nel cestone posto sul sedile posteriore dove Domitilla lecca amorosamente i
suoi piccoli.
Ormai m’è tutto chiaro: Domitilla partorisce ed il ragazzo incuriosito
prova a prendere i piccoli. La gatta per proteggerli trova rifugio nel
sottotetto e ne ridiscende solo quando mi vede arrivare per fare ritorno a
casa.
Mi ha sempre permesso di accarezzare i gattini, ma per oltre un mese
mi ha portato rancore per quell’abbandono e per tutto quel periodo non s’è mai
lasciata accarezzare, né mai m’è saltata
in braccio come era solita fare.